Socializzazione tedesca – cronaca del tentativo n. 1 – parte seconda

Oh, eccoci alla puntata conclusiva di questo tentativo programmato di socializzazione con le genti tedesche. Le puntate precedenti le potete trovare qui  e qui.

Il sottotitolo di questo posto potrebbe essere anche:

Compleanni, orda di bimbi e sindacalismo all’asilo.

Ieri finalmente c’è stata la festa di compleanno della mia bimba, che ha compiuto 2 anni proprio pochi giorni fa. La preparazione della festa era iniziata diversi giorni fa, diciamo circa 2 settimane prima dell’evento. Avevo fatto i bigliettini, e mi ero preparata psicologicamente. Peccato che poi io sia stata presa da un po’ di malanni e che io mi sia trovata un po’ all’ultimo a preparare il tutto. Presa un po’ dal panico da ansia da prestazione avevo anche rotto le palle un po’ a tutti, concretamente  e virtualmente, tra telefonate, chat e post qui e su facebook. E i consigli pratici e la solidarietà psicologica sono arrivati a palate, e mi sono sentita meglio.

Ma andiamo con ordine.

Ieri alle 16 sono arrivati gli ospiti. La cosa da precisare è che la festeggiata era pallosa, ma proprio pallosa, forse covava un po’ di influenza, forse non aveva dormito abbastanza per via della tosse, forse aveva contratto il virus del “senso di rompere i coglioni” (cit.),  il fatto è che verso le 11 di mattina, con ancora mooooolte cose da fare, sia io che il padre della festeggiata, eravamo tentati assai di:

  1. grattugiare la bimba sul muro
  2. chiamare tutti e disdire la festa (anche se non avevamo i numeri…vabbè)
  3. chiudere la bimba in camera sua e buttare via la chiave
  4. lasciare la casa nel suo stato di caos e sporcizia, prendere delle cose da mangiare già pronte e lasciar perdere con le preparazione casalinghe
  5. imporre un sonnellino alla bimba, eventualmente anche ricorrendo al valium
  6. aspettare gli ospiti con espressione contrita, comunicare che Sara era malata e rimandarli tutti a casa collezionando una figura di merda colossale
  7. chiudere la bimba sul balcone insieme ai gatti e aspettare che la natura facesse il suo corso

Alla fine, forse per un ancestrale, quanto ingiustificato, amore genitoriale abbiamo risparmiato la vita alla bimba. Poi lei verso le 2 ha fatto un pisolino e noi abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Abbiamo rassettato e pulito in stile accelerato come nei video di Benny Hill e ci siamo messi a preparare. A quel punto abbiamo fatto con quel c’era (una spesa non troppo studiata della sera prima) e quello che mancava….è mancato e basta.

Pizzette di sfoglia, tramezzini, dei dolcetti tipo muffin ma a base di yougurt, salatini, succhi di frutta  e  un dolce grande con la scritta per Saretta

ecco la torta di compleanno

ecco la torta di compleanno

La torta era semplice semplice, tipo ciambellone, fatta con l’olio, lo zucchero di canna e lo yogurt di soia, nella speranza che accontentasse tutti, bio, allergici, intolleranti ed eventualmente anche gli spocchiosi 😉

Poi un’amica ha portato un’altro vagone di pizzette e dei dolcetti che erano dei capolavori, peccato che li abbia immortalati solo a metà della loro brevissima esistenza

I capolavori di Fra', bellissimi e buonissimi

I capolavori di Fra’, bellissimi e buonissimi

Si sarà notato che finora ho solo parlato di cibo e preparativi e ancora nemmeno una parola sulla parte sociale dell’evento…

Diciamo che sono combattuta. La festa è andata bene, sono venuti tutti quelli che avevano confermato, c’erano 9 bimbi in tutto, corredati di genitori, almeno uno a testa, e poi sono arrivati anche altri due “grandi”, amici nostri italiani, ancora fuori dal tunnel dell’essere genitori, lei è stata incoronata animatrice di bimbi per l’inverno 2012-13 visto che ha un successo ineguagliabile coi pupi (se c’è lei Sara nemmeno mi considera…). Quindi alla fine eravamo parecchi. Io ero a metà tra il volere che tutto andasse bene e il voler rilassarmi un po’ facendo due chiacchiere.

Socializzare non è stato facile. Un po’ perché  due o tre mamme si conoscevano tra loro meglio di altre e hanno fatto circolo, escludendo un po’ tutti gli altri. Un po’ perché in una conversazione a più voci è sempre difficile intervenire quando non si è completamente padroni della lingua. Io seguivo i discorsi, ma perdevo certe sfumature, e poi parlavano contemporaneamente in tanti, e non ero sicura di aver capito davvero tutto o di essere in grado di dire esattamente quello che pensavo. Poi c’è stata una cosa che ha un po’ bloccato lo sviluppo di qualsiasi discorso: una delle mamme ha iniziato una filippica sull’asilo, lamentandosi della nuova gestione (o almeno è quello che ho capito), indignandosi perché ci sarà una giornata senza asilo, fuori calendario, per via di un eccesso di straordinari del personale e questa cosa era stata comunicata senza il necessario mese di avviso. Così ha innescato questa bomba asil-sindacalista, monopolizzando completamente quasi tutti gli ospiti, ma tagliando fuori, di fatto, alcuni di loro. Per esempio me, visto che non ero in grado di cogliere tutti i dettagli della questione a causa del mio livello di tedesco, ma anche perché andavo e venivo continuamente, vuoi per portare altro cibo, vuoi per controllare che i bimbi sparpagliati per la casa fossero ancora tutti interi. Per esempio un’altra mamma tedesca, con un bimbo che va ad un’altro asilo. Per esempio l’altra mamma italiana, anche lei in altro asilo e anche lei alle prese con lo studio del tedesco. E anche un’altra mamma, evidentemente poco interessata e rifugiatasi in un’altra stanza a giocare con l’orda dei bimbini. E poi diciamocelo, la questione a me non è che interessasse poi più di tanto, non sono così infervorata per questione “lesione dei miei diritti”, forse perché lavoro di sera e mi cambia ben poco…

A parte questo episodio, che mi ha messa un po’ in crisi perché ha acuito il mio senso di inadeguatezza linguistica, la festa è andata piuttosto bene. Alla fine sono stati i contatti singoli quelli più piacevoli. Sono riuscita a scambiare qualche straccio di frase con qualcuno. Un babbo molto simpatico e mangione, che piazzatosi accanto al vassoio di tramezzini insieme al suo bimbo abbarbicato sulle spalle, i tramezzini se li è spazzolati quasi tutti e che è stato l’unico a chiedermi-ci cosa facessimo di lavoro e cosa ci facessimo in Germania. Una mamma che vive non troppo lontana da casa mia e che ha un bimbo caffellatte, che alla fine della festa si è sciolta un po’ e mi ha raccontato che è da sola perché il padre non aveva ancora ottenuto il visto per venire in Germania e che è l’unica che ogni tanto “si lamenta” di quanto siano lunghi i fine settimana da soli col pargolo. Poi c’era un’altra mamma che mi è sembrata davvero molto simpatica, sorridente e rilassata, con un colosso per figlio, che però se n’è andata via abbastanza presto e quindi non avuto modo di parlarci molto.

Il bilancio è quindi tutto sommato positivo. Ci vedremo ancora con la mamma che aspetta il compagno dal Ghana, forse per un caffè o al parchino giochi. E abbiamo anche ipotizzato di andare a vedere insieme la sfilata ti carnevale. Un successone!!!

Ho imparato che non è detto che “più siamo meglio stiamo”, o almeno con dei tedeschi che non conosci bene, e quindi alla prossima occasione farò una cosa più intima, senza preoccuparmi di offendere nessuno, che questi crucchi mi paiono sportivi in merito. Magari con meno persone è più facile fare due chiacchiere rilassate e c’è meno casino.

Ho imparato, come già mi era stato anticipato, che i tedeschi se ne fregano dell’ordine, infatti nessuno si è scandalizzato della cucina, dove pareva ci fosse scoppiata una bomba a base di cioccolata.

Per il cibo, come mi avevano già detto in tanti, non c’è bisogno di farsi troppe seghe, hanno spazzolato tutto senza timore.

Ho anche notato che questi bimbi tedeschi, più o meno vivaci, sono tutti piuttosto bravi e sono stati pochi i momenti di urla, pianti o botte. Ma questo è un tema già iniziato qui, non lo tiro fuori di nuovo, non adesso.

Per il tedesco, beh, è un circolo vizioso, migliora poco fino a che non si pratica di più, è difficile praticarlo se non si hanno molti amici, è difficile farsi gli amici qui, specialmente se non parli benissimo. Ieri ci sono stati dei momenti davvero duri, in domande improvvise o fuori contesto qualche volta mi perdo e non sono sicura di aver capito davvero. Urge un nuovo corso di tedesco, e anche per quello, come per i miracoli, ci stiamo attrezzando!

Alla prossima puntata delle mie cronache in cruccoland!

Vi lascio con una bella foto di un momento rilassante di stamattina, post festa, post pulizie (più o meno), ma soprattutto un momento di goduria. La bimba si godeva i bellissimi regali: il tavolinetto con le seggioline, i librini, i colori. E già che c’era faceva uno spuntino con qualche avanzo della festa di ieri, ha provato anche ad imboccare il cane di peluche seduto a tavola con lei! Bella lei, oggi ho meno di voglia di grattugiarla e più voglia di strizzarla 😉

relax mattutino coi nuovi regali e spuntino

relax mattutino coi nuovi regali e spuntino

16 commenti

Archiviato in cose di mamma, il gioco delle differenze

16 risposte a “Socializzazione tedesca – cronaca del tentativo n. 1 – parte seconda

  1. Attendevo con ansia la cronaca! Non ho figli e grazie al mio lavoro le mie giornate trascorrono sempre in compagnia, ma spesso mi capita di chiedermi…ma come si socializza con questi tedeschi?? 🙂 Invidio sempre il mio ragazzo, che pur essendo in Germania da soli due mesi (in cui nonostante le continue correzioni continua a dire imperterrito “ik sprake nik gud doich”) ogni volta che torniamo dalla palestra insieme mi racconta delle sue “chiacchierate” con tedeschi negli spogliatoi…ma come fa? Io abbozzo sorrisi ma raramente vado oltre i saluti. Leggere i tuoi post mi ha fatto capire che un po’ è carattere, e un po’, come ha detto qualcun’altra, è culo…E sono felice dell’esito della tua festa! Ottimo il consiglio del “pochi ma buoni”, proverò anch’io a essere più selettiva! 😉

    • Eh eh, fortunata te che socializzi già tramite il lavoro! Io con l’insegnamento socializzo abbastanza, ma poi i tedeschi con me vogliono parlare italiano, ed è comunque difficile vedersi fuori dai corsi. Fantastico il tuo ragazzo che riesce a chiacchierare, chissà, magari gli uomini sono più socievoli!? Comunque il bilancio è positivo, giovedì forse prendo un caffè con la mamma che sta col ghanese 😉

  2. Simona

    Finalmente tiriamo un sospiro di sollievo! La tua preoccupazione è stata contagiosa, avrei voluto essere un piccolo insetto viaggiatore ed essere lì per controllare che tutto filasse liscio! 😉 Bene! E anche questa è andata! Noto dalla foto che il pandoro è ancora integro?! O alla fine anche lui è finito nella pancia di qualcuno? Meravigliosi, come sempre, i dolcetti di Fra’ ;-)!!! I proverbi, più passa il tempo, e più mi convinco che sono delle vere e proprie perle di saggezza, per niente banali :” Meglio pochi, ma buoni!” Come media su 9 adulti, alla fine una “buona” e interessante persona ne è uscita fuori, no?! Direi che a questo giro, non ci si possa lamentare! Me la ricordo la mamma del bimbo, discreta e timida, vedi come a volte l’apparenza inganna!? Ti aspetto per sapere come andrà il primo appuntamento con lei! un bacione

    • Il pandoro purtroppo è rimasto quasi intonso, anche perché non ho avuto tempo di farci la colata di cioccolata fusa sopra ed era forse poco invitante, chissà. E mi sa che sì, a questo giro i proverbi hanno proprio ragione, nessun giudizio dalle apparenze (vedi la mamma che all’inizio credevo ce l’avesse con me perché mi salutava appena) e meglio pochi ma buoni, attuerò molto presto. L’appuntamento è in settimana, speriamo bene!

  3. Anonimo

    Ehi ciao, come ti avevo scritto in privato sono partita e adesso sono a Monaco, spero di riuscire a socializzare un po’, per adesso frequento una ragazza italiana che è qui già da due mesi e proviamo a fare un po’ di amicizie, a breve inizierò il corso di tedesco e ti saprò dire, in compenso stamattina ho avuto la conferma di quanto sono educati e poco casinisti i bambini tedeschi.
    ciao e complimenti ancora per il blog!

  4. Anonimo

    Ah, scusa, sono Laura.

  5. Max

    Molto interessante il tuo blog. Per carattere non interverrò magari spesso ma ti seguirò! Ho 10 anni più di te e probabilmente meno spirito di iniziativa ma stavo proprio pensando in questi giorni che se avessi 20 anni adesso valuterei molto più di quanto feci 20 anni fa, quando avevo appunto 20 anni, la possibilità di trasferirmi all’ estero nonostante che, come dimostra anche il tuo blog, vivere in un paese straniero non son mica tutte rose e fiori.
    Un saluto,
    Max

    • Ciao Max! Grazie per i complimenti, sono contenta che trovi interessante il blog. Ma ora non ti sembra più il caso di trasferirti? Mi interessa, mi chiedo sempre come e quando una persona prende (o decide di non prendere) una decisione del genere. Ciao
      Nicla

  6. Maria

    Che bello aver trovato altre come me in Germania con problemi a socializzare!! Sono veramente contenta di leggervi…Io sono qui da quasi un anno ma non sono praticamente riuscita a socializzare con nessuno. Per carita sono tutti veramente gentili al lavoro e fuori, ma nessuna/o propone niente. Purtroppo lavorando full time (anche di piu) non riesco a fare nulla con mio figlio, mio compagno si occupa di lui, asilo, attivita, ecc. quindi e’ ancora piu difficile (mio figlio ha 2 anni 4 mesi). In particolare non riesco ad imparare il tedesco perche lavoro sempre e solo in inglese.

    • Ciao Maria, davvero non sei la sola ad avere problemi a socializzare qui in Germania. In effetti la tua situazione sembra complicata con un carico di lavoro così e l’uso solo dell’inglese…ma ti resta del tempo per fare altro, che ne so un corso di tedesco una volta a settimana o un corso scemo di qualcosa, sport, uncinetto? spero che la situazione migliori anche per te! in bocca al lupo!

      • Maria

        Ho letto adesso la tua risposta,ops! Ho cercato di fare un corso ma con il lavoro full-time (e anche di piu) e bambino di 2 anni e mezzo non e’ molto semplice.Adesso poi che il mio compagno ha iniziato a lavorare anche lui, e’ un casino. La cosa positiva e’ che sto iniziando a parlicchiare Deutsch con qualche collega e inspiegabilmente mi capiscono! Solo che a fine giornata ho il cervello che scoppia!

  7. Max

    Ciao Nicla. Riguardo a un mio possibile trasferimento, ormai gli anni son 42. C’è la famiglia e nel mio settore non ci sono più nemmeno molte occasioni all’ estero (che poi in tal caso più che Germania sarebbe Belgio). Però, nonostante che non sia une decisione che prenderei comunque a cuor leggero, son quasi sicuro che se avessi 20 anni di meno e nessun legame famigliare particolare, in tal caso, crisi o non crisi, considererei molto più attentamente che come feci 20 anni fa l’ ipotesi del trasferimento all’ estero anche perchè, senza voler entrare in lunghi e snervanti discorsi politici, è indubbio che più che 20 anni fa l’ Italia sia un paese in lento ma costante declino e quindi tanti giovani diplomati o laureati scommetto che si staranno chiedendo se vale la pena rimanere.
    Max

  8. Eh sì, la fuga dall’Italia purtroppo continua per tanti, e tra qualche anno il nostro paese pagherà le conseguenze di questo esodo, purtroppo. Io sono sempre molto combattuta, mi piace la sfida di vivere all’estero, ma ho anche forti attacchi di nostalgia di casa e un senso come di “tradimento” nei confronti nell’Italia…

  9. I love the theatre retin-a generic Page 22 of 25

  10. Antonella

    Ciao!!Da un pò di tempo che leggo il tuo blog ed è molto divertente e tu sei molto simpatica. Avrei intenzione di fare un corso di tedesco a Friburgo e mi piacerebbe avere qualche notizia in più. La consiglieresti come città? In internet ho letto solo recensioni positive mentre il tuo blog mi ha un po spiazzato.
    Volevo scriverti in privato ma non sono riuscita a trovare il tuo indirizzo e-mail.

Scrivi una risposta a Simona Cancella risposta