Stamattina mi sveglio riposata e contenta e abbiamo un’intera mattinata per noi. Le bimbe sono entrambe a dormire da altre due sorelle, amichette loro. E non posso fare a meno di pensarci, di pensare che loro sono a fare uno sleepover o pigiama party (che ovviamente non si scriverebbe così, se lo scrivessi davvero in inglese, ma con una dose di y più massiccia). E ieri sera ho ricevuto delle foto di quelle quattro follette, impigiamate e rosee sul divano, che salutavano con sorrisi sornioni e felici. E il mio cervello è partito con mille pensieri, mi sono ricordata di quando andavo io a dormire dalle mie amichette da piccola, che poi erano di fatto due sorelle, amiche tutt’ora, o di quando rimanevano da me. Così non ho potuto fare a meno di pensare all’infanzia diversa che stanno vivendo le mie bimbe rispetto a me. Continua a leggere
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I had the feeling that I belonged
Batte e ribatte questa strofa di una canzone di Tracy Chapman, Fast car, e non mi esce dalla testa. Ormai sono settimane, forse mesi, mi torna in mente la canzone, suona e risuona quella strofa. E mi scava dentro.
Non certo perché io debba scappare da una vita di miseria, a bordo di una macchina veloce, o perché debba riscattarmi da una vita familiare terribile (come nella canzone), ma perché mi è capitato tante volte, negli ultimi tempi, di sentire davvero di appartenere a questo posto. Continua a leggere
Stupido cuore
“Quando i cuori si rompono basta cambiarli e metterci dei cuori nuovi. Cambiamo i cuori rotti a tutti quelli che sono morti, così poi rivivono”.
Come si spiega la morte ad una bimba che non ha nemmeno 4 anni?
Male, molto male. Perché è difficile, perché fa male. Continua a leggere
Archiviato in cose di mamma, Intimamente, Nostalgie, riflessioni (finto profonde) a caso
Dell’allattamento e di altri demoni
Mi sa che ‘sto blog diventerà un mommy blog di questo passo, ma non riesco proprio a fare a meno di impantanarmi sulla questione dell’allattamento.
Qualche giorno fa, trascinata dal link sulla bacheca facebook di un’amica neomamma, sono finita a leggere un post sull’allattamento. Latte versato. Mi è piaciuto molto, l’ho trovato sincero e in accordo col mio pensiero e così l’ho condiviso a mia volta. E ho taggato due amiche britoniane con le quali ho più volte scambiato idee ed emozioni su questa cosa dell’allattamento. E nel giro di poche ore la mia bacheca facebook è diventata una tribuna di dibattito/sfogo. Tante altre mamme si sono ritrovate in quel post e hanno detto la loro o semplicemente condiviso la loro personale esperienza. E così mi sono trovata a fare i conti con questo “mostro” dell’allattamento. I conti con me stessa. E a ripensare alle emozioni e ai pensieri che mi attraversavano la testa nelle primissime settimane di vita delle mie bimbe, spesso riflessi nei fiumi di parole riversati sugli altri, soprattutto la mia mamma e la suocera, ed espressi qua e là con status su Facebook e messaggini sullo smartphone. Uno su tutti, di una decina di giorni dopo la nascita della seconda: “magia dell’allattamento un bella sega, l’allattamento pare un campo di addestramento marines!” Continua a leggere
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Travagli: Kreißsal vs. delivery room
*SPOILER* AVVISO ALLE FUTURE MAMME O ASPIRANTI TALI: IN QUESTO POST CI SONO ALCUNI DETTAGLI RIGUARDANTI I MIEI PARTI, SE ANCORA NON CI SIETE PASSATE, POTRESTE NON AVER VOGLIA DI SAPERLI.
Il tempo è sempre troppo poco, ma un ritaglio per questo post lo dovevo assolutamente trovare e in fretta, prima che i ricordi freschi dell’ultima nascita fossero offuscati dalle troppe notti insonni.
Intanto va detto, che come già sperimentato alla nascita della prima figlia in Germania, fare un figlio all’estero è una faccenda che ha i suoi pro e i suoi contro. Banale considerazione, diranno i più, ma visto che sto allattando e che questa attività mi lascia il cervello svuotato e un solo neurone funzionante, a questo giro mi permetto un piccolo carosello di banalità. Dicevo dell’estero, dunque. Continua a leggere
Apdeit – aggiornamenti e pause indispensabili
Un post veloce e al super al volo con qualche update/aggiornamento esistenziale:
SONO DIVENTATA BIMAMMA Continua a leggere
Interrogazioni di una madre migrante
Eccoci qui, belli e sistemati in UK, nella bella Brighton che nelle ultime 3 settimane ci ha regalato un tempo bellissimo. Cosa che ha facilitato il buon umore e l’integrazione.
Ma il sole, la temperatura mite e il verso, così familiare, dei gabbiani, non sono stati sufficienti a fermare qualche paranoia. Si tratta soprattutto di paranoie da madre.
Sono fermamente convinta che ci sia un qualche meccanismo biologico perverso per cui, nel momento in cui si diventa mamme, contemporaneamente si genera un sentimento nuovo che è insieme paranoia, peso della responsabilità, senso di ansia di varia forza e spessore. Magari è una cosa mia, tutta personale, e alle altre mamme non è successa, in ogni caso, al di là del profilo caratteriale o dell’attitudine che potevo aver prima, nel momento in cui è nata la bimba, questo mio nuovo lato si è fatto avanti con forza e mi sono ritrovata a scavare in fondi di paranoia che non credevo di poter avere.
E questo era il preambolo. Il succo vero è che mi interrogo. Mi interrogo tanto e spesso sulle conseguenze che le mie (nostre) scelte di adulti hanno sulla vita di mia figlia. Delle mie figlie. Continua a leggere
Confessioni di una mamma mancata
30.10.12 ore 7 del mattino
Sul treno per Milano, in attesa di partire. Un po’ nervosa e un po’ sollevata per questa decisione. Allora è scattato il bisogno di scrivere per chiarirsi le idee, per sfogarsi un po’, per coccolarsi anche. Questa nuova gravidanza, un po’ voluta, un po’ intimamente temuta, mi sta mettendo in difficoltà. C’è una felicità, una gioia in fondo, dentro di me, che ancora non è riuscita a esplodere, che ancora è soffocata da una catena di eventi che sembra non terminare mai, siamo solo all’inizio del 4° mese! Continua a leggere
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