Malizia. Si dice ansia da prestazione e il pensiero corre subito al letto, al sesso e ad annose questioni. E invece no, la mia non ha niente a che vedere con questa sfera intima e privata che fa tanto copertina di Cosmopolitan. Ha invece a che vedere con un’altra sfera, che a mio avviso pure è intima e privata: il lavoro.
Avevo un forte desiderio di tornare a lavorare, di rimettermi in gioco e di ricominciare a tessere le sinapsi del mio cervello in attività diverse da quelle bambinesche. Il mio piano originale era di mettere anche la bimba piccola all’asilo, almeno per poche sessioni alla settimana (perché col tempo pieno andremmo falliti in due mesi!), e da settembre, con qualche ora libera, mettermi a cercare lavoro. Durante l’estate, però, spulciando i siti delle scuole qua e là avevo trovato un bando di selezione per docenti per dei corsi serali per adulti in un college. In anticipo rispetto ai miei piani avevo quindi colto l’occasione e fatto domanda. Ta-dan! In lista, colloquio, presa! All’inizio grandi prospettive, tre corsi alla settimana, ero felicissima. Poi l’euforia si sgonfia un po’ e alla fine dei tre corsi ne parte solo uno. Comunque contenta, inizio giuliva. Non sapevo quello che mi aspettava…