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La dolcezza dell’aria

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Livorno – immagine tratta da internet

Non c’è storia, l’aria di Livorno ha un tepore e una dolcezza, anche nel suo retrogusto salato e salmastro, che non ha paragoni. Per me ha un sapore e un odore magici. Sarà perché sa di casa, di mare, di vacanza e di caldo. Sarà perché ha profumi e suoni che mi appartengono, in fondo all’anima, nel sangue, nella carne. Sarà perché anche quando puzza, quando suda, quando è sporca, quando è troppo carica, è sempre l’aria della mia infanzia.

Così questa aria di Livorno mi riconquista ogni volta, mi stupisce, mi colpisce col suo calore. Continua a leggere

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Dell’allattamento e di altri demoni

Mi sa che ‘sto blog diventerà un mommy blog di questo passo, ma non riesco proprio a fare a meno di impantanarmi sulla questione dell’allattamento.

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Qualche giorno fa, trascinata dal link sulla bacheca facebook di un’amica neomamma, sono finita a leggere un post sull’allattamento. Latte versato. Mi è piaciuto molto, l’ho trovato sincero e in accordo col mio pensiero e così l’ho condiviso a mia volta. E ho taggato due amiche britoniane con le quali ho più volte scambiato idee ed emozioni su questa cosa dell’allattamento. E nel giro di poche ore la mia bacheca facebook è diventata una tribuna di dibattito/sfogo.  Tante altre mamme si sono ritrovate in quel post e hanno detto la loro o semplicemente condiviso la loro personale esperienza. E così mi sono trovata a fare i conti con questo “mostro” dell’allattamento. I conti con me stessa. E a ripensare alle emozioni e ai pensieri che mi attraversavano la testa nelle primissime settimane di vita delle mie bimbe, spesso riflessi nei fiumi di parole riversati sugli altri, soprattutto la mia mamma e la suocera, ed espressi qua e là con status su Facebook e messaggini sullo smartphone. Uno su tutti, di una decina di giorni dopo la nascita della seconda: “magia dell’allattamento un bella sega, l’allattamento pare un campo di addestramento marines!” Continua a leggere

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La torre di Babele e di cupcake

La fantastica torre di cupcake del mio babyshower

La fantastica torre di cupcake del mio babyshower

Per la prima volta doppia versione, italiana e inglese! For the first time a double version: Italian and English- for the English version scroll down.

Sono giorni intensi e frenetici e l’adrenalina è a mille. Facciamo cartoni, impacchettiamo tutto e io sono lanciatissima in quel processo di smaltimento di roba inutile che si accompagna sempre ai traslochi e ai trasferimenti. L’inevitabile catarsi del cambiare pelle, l’occasione del cambiamento per fare pulizia e sistemare tutto quello che si voleva sistemare da tempo.

Così è tempo di bilanci. L’adrenalina pompa il mio fisico altrimenti provato dagli sbalzi di temperatura e d’umore e affaticato da una pancia incredibilmente grande che sembra non finire mai di crescere (e pensare che ci devo ancora passare quasi 3 mesi insieme!).

Così la mia testa schizza, la concentrazione langue e soprattutto le liste e i pizzini si moltiplicano. Ho liste per tutto: le cose da fare, gli appuntamenti da prendere, la roba da comprare, la roba da mettere nelle valigie, la gente da vedere, i regali da preparare. E queste liste e questa frenesia del fare mi hanno un po’ anestetizzata. Mi sono ritrovata a poco più di una settimana dal trasloco senza rendermi davvero conto che ci siamo quasi.

Poi però domenica il velo si è squarciato.

Domenica c’è stata una festa, una bellissima festa. Continua a leggere

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Com’è che oggi mi sento a casa – Friburgo mon amour

Ovvero quelle che cose che Friburgo ti regala un sabato mattina a caso.

Klarastrasse: il negozio di vestiti per bambini second hand accanto al negozio dark punk con accessori vagamente sadomaso, per una volta aperti tutti e due alla stessa ora. Chissà se hanno gli stessi clienti?

La vetrina del negozio del mio amico, che trovo deliziosa e mi mette di buon umore ogni volta che ci passo davanti.

la vetrina del negozio Huitzilpochtli

la vetrina del negozio Huitzilopochtli

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Bella la mi’ Livorno – capitolo 3

momenti perfetti

momenti perfetti

Metti l’aria tersa e pulita, profumata di mare e limpida come può essere solo dopo una mareggiata. Metti il sole splendido e il mare che si scuote di dosso le ultime onde ormai lunghe e stanche dopo una notte agitata. Metti la bimba e la nonna in giro sul lungomare da sole. Metti che le cogli in un momento così e il mondo ti sembra perfetto e pensi che non vorresti essere da nessun’altra parte se non alle spalle di quelle due creature, in quell’istante, con quel mare e con quella luce. E con tutto quell’amore. Ti avvicini e senti che stanno facendo il tifo alle onde più grandi per incitarle a saltare il moletto. Ti avvicini e vorresti entrare in quel quadro senza disturbarne l’equilibrio. Ti avvicini e pensi: ma quanto le amo queste due donne? Ti avvicini e pensi di essere felice e di sentirti a casa come non ti succedeva da tempo.

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Non sono sola in questa Germania

ovvero delle fonti infinite d’ispirazione.

La rete, si sa, offre tanti spunti e tante idee, e si trova di tutto, proprio di tutto.

Sinceramente, prima di iniziare a scrivere questo blog, non avevo mai cercato in rete niente che riguardasse il confronto tra italiani e tedeschi, o umorismo sui tedeschi e sugli italiani.

Falso. In realtà l’avevo fatto, ma sempre a scopo didattico, non per mio personale sollazzo.

La cosa più usata per i miei corsi, come rompighiaccio, è di sicuro il video di Bozzetto sul caffè.

Un grande classico, adatto a tutti i livelli (anche i principianti assoluti lo capiscono) e ottimo spunto sia per una lezione “classica” su come si ordina al bar, che per una lezione “libera”, di conversazione.

Un’altra cosa carina che avevo trovato, e che poi avevo usato in un lavoro piuttosto articolato sulle differenze tra italiani e tedeschi e su cosa amassimo/odiassimo dei nostri rispettivi paesi, era un progetto del Goethe Institut realizzato dai giornalisti Beppe Severgnini e Mark Spörrle – Berlino/Palermo. Tra video e articoli sul blog, c’erano spunti a palate. Coi miei studenti ci siamo divertiti un sacco a fare i confronti, ma siamo sempre rimasti, più o meno, nel politicamente corretto.

In realtà ero stata un po’ naive e non avevo riflettutto sul fatto che, come me, tanti altri vivevano questa situazione di straniamento. Falso di nuovo. Ci avevo riflettutto, lo devo ammettere, anche perché  ci sarebbero tutti gli amici italiani in carne ed ossa, con cui condivido le lagne gastronomico-climatiche-modaiole, che testimonierebbero contro di me. Semplicemente non avevo pensato al fatto che anche altri stessero raccontando delle storie così simili alla mia, che anche altri (ma soprattutto altrE) vedessero quasi coi miei stessi occhi questa immersione in crucconia. Ma si sa, l’egocentrismo a tratti mi offusca la mente… Continua a leggere

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