La schiettezza dei tedeschi talvolta mi spiazza. Ieri mattina sono andata a suonare al mio vicino di casa del piano di sopra, un tipo simpatico e gioviale che si ferma spesso a fare due chiacchiere, parla veloce, si mangia le parole, ha un accento diverso da quello di qui, e io in media capisco il 30% di quello che mi dice, ma sembra dire cose simpatiche. Sorrido alle sue battute, o almeno a quelle che penso siano battute. Secondo me pensa che io abbia una paresi facciale perché sorrido sempre.
Insomma, ieri mattina passa da casa nostra per chiederci se disturba ad allenarsi a tennis da tavolo tra le 7 e le 10 di domenica mattina. Mio marito, perplesso dal contenuto della comunicazione e con la bimba febbricitante attaccata ai pantaloni del pigiama, lo ascolta con scarsa concentrazione, ma appena finisce di parlarci e quello se ne va, viene colto dal dubbio di aver capito male. Il vicino ha parlato di un torneo a cui deve partecipare. Ma ha detto anche altro. Continua a leggere